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Giuseppe Cannoni: 80 anni di fotografiaIntervista di Anna Maria Colonna (Terre Nomadi)
«Sono nato in bianco e nero, continuo a colori». Giuseppe Cannoni rivela con convinzione il segreto dell’eterna giovinezza. Un elisir a prova di scatto, che ha nella fotografia la formula magica. Marchigiano ottantenne trapiantato in Abruzzo per lavoro, Giuseppe sta dietro l’obiettivo «da più di settanta anni. Fotografo da una vita - racconta con schiettezza - e metto tutto nel cassetto. Non amo rendere pubblico ciò che faccio per passione». Per passione, sì. Perché Giuseppe, nel lavoro, ha seguito un'altra strada. Il diploma da perito agrario gli è stato utile per diventare dipendente della «Federconsorzi» fino al 1985 quando, dopo aver visto che le cose non andavano, ha lasciato il lavoro per dedicarsi esclusivamente alla fotografia e "da quel giorno ho più avuto giorni di ferie" racconta Giuseppe. Voce e sorriso vanno a braccetto e la dicono lunga sul suo primo amore, la Leica. «Sono un fotografo amatoriale - sottolinea - e non adoro il digitale. Giro con una macchinetta tascabilissima». La sua attenzione per i dettagli rende ogni immagine un bozzetto da incorniciare. Sensibilità e delicatezza danno luce alle istantanee che conserva. Giuseppe scatta e non scarta. Durante qualche manifestazione, è riuscito a collezionare anche più di mille fotografie. Archivia tutto, perché «nulla va sprecato». Non viaggia per fotografare. Fotografa mentre viaggia. Qualsiasi tipo di viaggio egli compia, anche nella quotidianità. Fotografa dal balcone di casa o attraverso il finestrino del treno. Non spreca attimi e, negli attimi, intinge la curiosità per attingere particolari. «Notavo l’arcobaleno nel cielo», si lascia scappare durante la chiacchierata. Curiosità, madre di ogni incantevole fotografia. Ora Giuseppe vive a Montesilvano (Pe) con la moglie e con miriadi di scatoloni, zeppi di pellicole fotografiche e di diapositive. Ha due figli e tre nipotine. «Nel mio archivio disordinato non so quante immagini ci siano», aggiunge. È facile perdere il conto, quando qualcosa non si può contare. Nella lunga lista delle sue conoscenze, cita Mario Giacomelli, Gianni Berengo, Franco Fontana, Ferdinando Scianna, Giorgio Lotti, Fulvio Roiter alcuni tra i maggiori fotografi italiani. Con loro ha seguito dei workshop, fondando, negli anni Ottanta, il gruppo fotografico «Leica». Pubblichiamo di seguito due foto inedite di Scanno realizzate negli anni 80 e gentilmente concesseci da Giuseppe Cannoni per la pubblicazione in anteprima su Paesaggi d'Abruzzo:
Queste foto fanno parte di un lavoro di Giuseppe Cannoni realizzato tra gli anni 70-80 che non è ancora stato pubblicato. Foto inedite che hanno colpito molto gli amici Giacomelli e Berengo e che ci auguriamo possano essere presto pubblicate. E sorride ancora alla domanda su una possibile pubblicazione. «Ho così tanto materiale che non saprei da dove e come partire», osserva. E, intanto, lancia un’anticipazione. «Ci sono altri esperti fotografi che stanno curando un libro su Scanno in bianco e nero. Dal mio archivio prenderanno circa cento fotografie». L’occhio infaticabile non perde di vista i tanti fan di Facebook. «Educazione vuole che io dica grazie a chi si affaccia sulla mia bacheca, lasciando il segno anche con un semplice mi piace». Innumerevoli, come i minuti scanditi dal click della macchina fotografica. Elisir di giovinezza.
Nato nel 1934 a Casette d'Ete, in provincia di Ascoli Piceno, dopo molto girovagare nel 1968 si ferma in Abruzzo e attualmente vive a Montesilvano (PE). Da oltre sessanta anni si dedica con passione alla fotografia, ottenendo riconoscimenti nazionali ed internazionali, (AFIAP nel 1986 ed EFIAP 1997) e, distinguendosi anche come organizzatore essendo stato presidente del Foto Club Pescara, del Centro Abruzzese Documentazioni Fotografiche e socio fondatore nel 1994 del Gruppo Fotografico Leica con sede a Mirandola. Tra i primi in Italia ad occuparsi di proiezioni in "dissolvenza incrociata e sonorizzata" anni 60, alterna l'attività di fotografo a quella di "diaporamista", modalità che gli permette di amplificare l'intensità espressiva dell' immaggine la forza del racconto. E' stato invitato a proiettare i suoi "diaporami" nei più importanti Foto Club italiani, dal Piemonte alla Sicilia. Dalla critica specializzata è considerato uno dei migliori fotografi paesaggisti italiani. Nel 1998 la rivista "Leica Fotografie International" gli ha dedicato un portfolio e la copertina. Altro suo portfolio è stato pubblicato dalla rivista Leica Magazine numero uno del 2003.
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